Jocelyne De Nicola, GBOpera Sun, 2012-07-29 01:00
Il libretto, che alterna che alterna momenti di poesia a un linguaggio crudo, come già abbiamo fatto cenno, si integra perfettamente con la musica che si presenta con uno stile che si potrebbe definire in qualche modo classico. Non ci sono “arie” che ci collegano a una visione tradizionale dell’opera. Ogni suono viene cantato o suonato in una forma espressiva tra l’antico e il contemporaneo. Questo mix è anche evidenziato dalla presenza in orchestra di strumenti quali la viola da gamba e la glassharmonica che apportano un colore particolare alla musica. Written on Skin mette in luce inoltre un reale lavoro d’équipe tra George Benjamin, qui anche in veste di direttore d’orchestra, il librettista Martin Crimp, la regista e la scenografa e costumista Vicki Mortimer, creatrice di un impianto scenico fisso su due livelli, dei quadri che rappresentano il passato e il presente dei personaggi e il crescendo delle loro tensioni personali. Fondamentale anche l’apporto delle luci di Jon Clark.